Hermana Goretta
Ripreso il nostro itinerario, percorriamo ora l'altopiano centrale del Perù. Ci troviamo nuovamente in alta quota con valichi che sfiorano i 4.500 mt! Problemi fisici non ne abbiamo più da tempo, solo affaticamento per la respirazione povera di ossigeno, quindi sempre movimenti lenti e calcolati, se ci si agita arriva subito l'affanno. Posti bellissimi anche qui come in Bolivia, cielo terso e luminoso e orizzonti lontanissimi sono una costante che ci accompagna. Il territorio rimane prevalentemente desertico e questo lo rende ancora più aspro e affascinante.
Passato un ultimo valico a 4.480 mt inizia la discesa verso il mare, passiamo così, in poche decine di km, da una quota così alta alle poche decine di mt di Pisco che si trova sull'oceano Pacifico.
La mattina dopo, di buon'ora usciamo in mare per un'escursione all'Islas Ballestas, un gruppo di piccoli isolotti poco distanti dalla costa ma ricchissimi di foche ed uccelli. La mia passione! Questa volta, per non fare la fine dello scorso anno in Islanda, mi attrezzo per bene con pastiglie e colazione leggera e così tutto fila liscio. Posso finalmente scatenarmi a fotografare tutti quei volatili che mi girano intorno facendo un gran chiasso.
Dopo un'ottima cena a base di pesce al ristorante El Dorado sulla solita Plaza des Armas ( ce n'è una per ogni paese del sudamerica) di Pisco, il giorno dopo percorriamo la Panamericana verso nord diretti a Lima. Questa è una strada mito per chiunque ami viaggiare sulla due ruote. Cito testualmente dal libro del mio carissimo amico e fotografo Davide Pianezze che la conosce molto bene: "Dai ghiacci dell'Alaska a quelli della Patagonia, attraverso foreste, deserti, metropoli e montagne, la Panamericana (25.750 km) percorre da nord a sud l'intero continente americano. Interrotta da 87 km di selva tropicale montana tra Panama e la Colombia, si sviluppa principalmente lungo la costa dell'Oceano Pacifico a volte sotto forma di una comoda autostrada a cinque corsie e in altri tratti come un impervia e sperduta strada abbandonata".
Lima ci accoglie con il suo traffico caotico al limite della sopravvivenza. Non esistono tangenziali o vie alternative, per superare la città è necessario attraversarla e il tempo medio per fare questo è di un paio d'ore di andatura a singhiozzo in prima marcia, se si è fortunati ogni tanto si riesce ad inserire la seconda!
Dal nostro ingresso nella capitale, con il buio e dopo due ore e mezza infernali raggiungiamo la zona periferica di Huaycan, dove siamo attesi da suor Goretta (che qui chiamano hermana Goretta) gestrice dell'asilo per bambine orfane e disadattate raccolte nelle favelas dei dintorni.
L'accoglienza è calorosa, al limite della commozione. Decine di bimbe ci accerchiano facendoci le feste e abbracciandoci teneramente. Veniamo ospitati decorosamente e rifocillati senza neppure sapere quanto sarà il contributo che Don Silvio ha raccolto in Italia. Il giorno seguente, dopo aver portato le nostre moto allo spedizioniere che ce le imbarcherà per l'Italia, grande festa in costume per noi con canti e balli da parte delle bambine. E' davvero ammirevole l'opera di questa suora che, iniziata come infermiera circa trent'anni fa nei villaggi sulle montagne, ora è riuscita a costruire questa struttura dove ospita decine di bimbe che diversamente non saprebbero dove andare. Goretta è una di quelle persone magiche, che emanano energia, sempre positiva e ottimista, una donna leggera nello starle accanto ma incredibilmente forte e determinata nelle sue convinzioni. Una figura così è una fortuna incontrarla nella vita, ti fa pensare, molto...
Ultimo giorno. Iniziamo con suor Goretta che ci porta a fare un giro tra le favelas dove la salutano tutti con un sorriso. Poi un'ora e mezza di bus per raggiungere il centro di Lima dove visitiamo la cattedrale e le piazze centrali. Un po' di shopping nel centro artigianale ed infine all'aeroporto, dove abbracciamo ancora Goretta con malinconia e una fitta al cuore. Noi in poche ore saremo di nuovo nel pieno dei nostri lussi e comfort ma lei rimane lì, nella polvere, nella sporcizia, nel degrado, nella costante umiliazione e violenza delle donne da parte degli uomini delle favelas. Lei intuisce questo nostro sentimento e sorridendo ci rassicura, "io sto bene qui, non preoccupatevi, non saprei vivere in un altro posto".
questa volta i baci non ve li mando io, ve li trasmetto simbolicamente da parte delle tante bimbe sorridenti di hermana Goretta.
gm