Miles away
Eccomi dunque nel caldo tropicale della città di Douala in Cameroun.
Città che ha veramente poco da offrire, solo caos sporcizia e traffico senza una minima regola. Qui ognuno va dove vuole e non esistono precedenze o semafori.
Noi abbiamo trovato alloggio in una specie di missione cattolica che offre anche stanze a turisti; modesta ma pulita, ha anche una bella piscina dove trovare un po' di refrigerio dai 32 gradi che ci accompagnano costantemente.
Siamo in attesa che la dogana ci consegni i nostri mezzi in modo da poter dare finalmente il via a questa affascinante avventura che ci porterà ad attraversare gran parte dell'Africa nord occidentale.
Ieri, passeggiando per il centro della città, ho già avuto modo di litigare con un poliziotto che voleva fare la multa a Casimiro, un compagno di viaggio, che aveva fotografato una casa. Quando mi ha visto incazzato per bene, come spesso mi accade in queste situazioni, chiedergli di portarmi in centrale perché volevo acquistare il permesso per fotografare la città, allora ha mollato la presa.
Partiti in orario giovedì da Roma, atterriamo a Tripoli al tramonto durante una tempesta di sabbia. In una luce surreale l'aereo fende una specie di nebbia giallastra che solo all'ultimo ci ha consentito di vedere la pista dove stavamo appoggiando le ruote.
Dopo essere stati perquisiti per benino, ci accomodiamo in una fatiscente sala d'aspetto che rapidamente esaurisce panini e cose simili. Attendiamo oltre quattro ore prima di ripartire e ormai si fa pure notte inoltrata per cui inizio a sentirmi veramente stanco.
L'aereo finalmente si stacca dal suolo. La penombra della cabina, con solo qualche faretto dimenticato acceso, rende l'atmosfera quasi da piano bar. Dalle cuffiette del mio Ipod escono le note di Miles Away, l'ultimo brano di Madonna che mi rilassa e mi fa capire che saranno proprio miles away, che il viaggio continua, anzi forse il viaggio inizia proprio qui.
baci accaldati
gm