Samarcanda 2011

Itinerario del viaggio

Un viaggio multicolore

Con la mia Debora questa volta ci sono anche Roberto e Cristina, oltre che due cari amici sono anche due grandi viaggiatori. Non ci sarà nessun problema di nessun tipo con loro, saremo sempre in grande sintonia. I giorni di ferie sono sempre troppo pochi e così Debora e Cri ci raggiungono in aereo ad Ankara. Splendide ed instancabili compagne di viaggio ci accompagneranno alla conquista di Samarcanda e, dopo aver attraversato Turchia, Iran, Turkmenistan e Uzbekistan in volo torneranno in Italia.  
Una bellissima esperienza contraddistinta dai notevoli cambiamenti di paesaggi e culture.
Partiti da Ancona, io e Roby abbiamo iniziato con una deliziosa cenetta di pesce sul lungomare di Kavala nel nord della Grecia, con l’immancabile tzaziki come antipasto. I pescatori che preparavano le reti come paesaggio. Poi la sconfinata Turchia con i suoi kebab, l’imponente monte Ararat e valichi tra la neve a 2600 metri. Il popolo turco sempre serio ma gentile e disponibile ad aiutare. Ad Ankara ci raggiungono Debora e Cristina.
La dolcezza e la gentilezza del popolo iraniano, pieno di curiosità e domande da fare a noi occidentali. Monumenti religiosi e moschee davvero insuperabili. Nel cuore dell’Islam senza il minimo timore. Fuori dal comune invece il Turkmenistan con le sue difficoltà per entrarci, un paese davvero strano con la sua capitale Ashgabat, che sembra uscita da un film di fantascienza: ordinatissima e pulitissima fino al fanatismo che contrasta fortemente con il resto del paese, povero e misero.
Finalmente la tanto sognata Samarcanda in Uzbekistan, bella e fascinosa anche se Khiva e Bukhara sono decisamente più attraenti. Khiva in particolare è un piccolo gioiello incastonato negli aridi deserti dell’Asia centrale. Un popolo rissoso che discute in continuazione, anche se per fortuna con noi turisti è gentile.
Da Tashkent ci separiamo con dispiacere da Debora e Cristina, rientrano in aereo a Milano per riprendere il lavoro. 
Io e Roberto iniziamo il ritorno attraversando il grande Kazakistan, una enorme e affascinante steppa sconfinata con rari paesini e un popolo un po’ scontroso, sguardi interrogativi e dubbiosi ci accompagneranno ovunque.
Ed eccoci nella grande Russia. Il territorio del Volga è molto bello e anche le città sono decisamente in stile europeo. La gente sorride immediatamente alla scoperta che siamo italiani. Nessun problema alle frontiere ma la polizia è da tenere d’occhio. Poi la dura Ucraina. I controlli e la richiesta di soldi da parte della polizia sono estenuanti, ci buttano decisamente giù di morale e non riescono a farmi apprezzare questo paese. Finalmente in Ungheria, nella nostra Unione Europea, in pratica siamo a casa. Un dolce pernottamento sulle rive del lago Balaton con un ottimo gulash per cena e poi attraversiamo velocemente la Slovenia per rientrare nel nostro unico ed amato bel paese.